La Svolta Italiana: Nuovi Limiti allo Ius Sanguinis Ridisegnano il Concetto di Cittadinanza

Il Consiglio dei Ministri italiano ha recentemente approvato importanti modifiche alla legislazione sulla cittadinanza, introducendo limitazioni significative al tradizionale principio dello “ius sanguinis” che ha governato l’acquisizione della cittadinanza italiana per generazioni. Queste riforme, presentate come “pacchetto cittadinanza” e approvate il 28 marzo 2025, mirano a riequilibrare il rapporto tra Italia e la sua vasta diaspora globale.
Motivazioni della Riforma
L’intervento legislativo nasce dalla constatazione di un aumento esponenziale delle richieste di cittadinanza italiana da parte di discendenti di emigrati italiani, con un incremento del 40% dei cittadini residenti all’estero negli ultimi dieci anni. Secondo i dati ufficiali, i cittadini italiani residenti all’estero sono passati da circa 4,6 milioni alla fine del 2014 a 6,4 milioni alla fine del 2024. Questo fenomeno ha portato a oltre 60.000 procedimenti giudiziari pendenti per l’accertamento della cittadinanza.
Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato che l’obiettivo principale è “valorizzare il legame effettivo tra l’Italia e il cittadino all’estero”, precisando che “non verrà meno il principio dello ius sanguinis”, ma verranno introdotti “limiti precisi soprattutto per evitare abusi o fenomeni di ‘commercializzazione’ dei passaporti italiani”.
Principali Cambiamenti Introdotti
La riforma si articola in due fasi distinte:
Prima Fase: Decreto-Legge Immediatamente Operativo
Il decreto-legge, già pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, introduce una limitazione generazionale fondamentale: gli italo-discendenti nati all’estero saranno automaticamente cittadini italiani solo per due generazioni. Ciò significa che solo chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia sarà considerato cittadino italiano dalla nascita. Questa misura limita significativamente la trasmissione della cittadinanza attraverso generazioni multiple di antenati, pratica che ha portato a milioni di potenziali richieste.
Seconda Fase: Disegni di Legge per Riforme Strutturali
La seconda fase prevede l’implementazione di due disegni di legge approvati contestualmente al decreto:
- Modifiche Sostanziali: Il primo disegno di legge impone ai cittadini nati e residenti all’estero l’obbligo di mantenere legami concreti con l’Italia, esercitando diritti e doveri di cittadinanza almeno una volta ogni 25 anni. Questa disposizione mira a garantire che la cittadinanza italiana non sia solo un documento formale, ma rifletta un legame reale con il paese.
- Riforme Procedurali: Il secondo disegno di legge riorganizza le procedure amministrative per il riconoscimento della cittadinanza. Gli italiani residenti all’estero non dovranno più rivolgersi ai consolati, ma a un ufficio speciale centralizzato presso il Ministero degli Affari Esteri (Farnesina). È previsto un periodo transitorio di circa un anno per l’organizzazione di questo ufficio.
Impatto sui Servizi Consolari
Un obiettivo dichiarato della riforma è la riduzione del carico di lavoro sui consolati, permettendo loro di concentrarsi sull’erogazione di servizi ai cittadini esistenti piuttosto che sul processamento di nuove richieste di cittadinanza. Secondo le autorità, questo dovrebbe migliorare l’efficienza dei servizi consolari per chi ne ha reale necessità.
Il provvedimento include anche misure per modernizzare l’erogazione di servizi quali legalizzazioni, servizi anagrafici, passaporti e carte d’identità valide per l’espatrio.
Situazione Attuale
In seguito all’approvazione del decreto-legge, dal 28 marzo 2025 sono stati sospesi tutti gli appuntamenti per la presentazione delle istanze finalizzate al riconoscimento della cittadinanza “iure sanguinis”, inclusa la fissazione di nuovi appuntamenti tramite il portale “Prenotami”.
Prospettive Future
La riforma rappresenta un cambiamento significativo nella politica italiana riguardo alla cittadinanza, con implicazioni rilevanti per milioni di persone di origine italiana in tutto il mondo. Secondo le stime ufficiali, gli oriundi italiani che potrebbero potenzialmente richiedere la cittadinanza con la legge vigente sono tra i 60 e gli 80 milioni.
Resta da vedere come queste modifiche influenzeranno le relazioni tra l’Italia e le sue comunità all’estero, in particolare in paesi con grandi popolazioni di origine italiana come Argentina, Brasile e Venezuela, dove negli ultimi anni si è registrato un forte incremento di riconoscimenti della cittadinanza italiana.
Le autorità hanno annunciato che seguiranno aggiornamenti man mano che saranno disponibili ulteriori dettagli sull’implementazione di queste riforme.
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