Minori Stranieri Non Accompagnati in Italia: Diritti, Sfide e Opportunità di un Sistema in Evoluzione

I minori stranieri non accompagnati (MSNA) rappresentano una delle sfide più complesse nell’ambito delle politiche migratorie italiane ed europee. Definiti dalla normativa come “minorenni non aventi cittadinanza italiana o dell’Unione Europea che si trovano per qualsiasi causa nel territorio dello Stato privi di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti legalmente responsabili”, questi giovani incarnano una duplice vulnerabilità: quella legata alla minore età e quella connessa alla condizione di migrante.
L’Italia, per la sua posizione geografica e per il suo sistema di protezione dell’infanzia, continua a rappresentare uno dei principali paesi europei di accoglienza di MSNA. Quello che inizialmente veniva considerato un fenomeno emergenziale si è ormai consolidato come elemento strutturale del panorama migratorio italiano, richiedendo risposte sistematiche e non più contingenti.
I numeri e le tendenze attuali
Secondo i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali aggiornati al 31 agosto 2024, i minori stranieri non accompagnati presenti e censiti sul territorio italiano sono 22.317. Questo dato rappresenta un aumento del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, confermando una tendenza in crescita iniziata nel post-pandemia.
La distribuzione per fasce d’età evidenzia una netta prevalenza di adolescenti: il 67,8% ha 17 anni, il 24,5% ha tra i 15 e i 16 anni, mentre solo il 7,7% ha meno di 14 anni. Questa composizione demografica influenza significativamente le politiche di accoglienza, orientandole verso interventi che devono tenere conto dell’imminente passaggio alla maggiore età per una quota significativa di questi minori.
Per quanto riguarda le nazionalità, si registra una diversificazione dei paesi di provenienza. Le principali nazionalità dichiarate sono:
- Egitto (23,5%)
- Tunisia (12,7%)
- Bangladesh (9,8%)
- Ucraina (8,9%, in crescita dal 2022)
- Guinea (7,3%)
- Pakistan (6,2%)
- Albania (5,1%)
- Costa d’Avorio (4,9%)
È significativo notare come, accanto ai tradizionali flussi provenienti dal Nord Africa e dall’Asia meridionale, si sia consolidata la presenza di minori ucraini a seguito del conflitto. Questo ha determinato l’attivazione di specifici corridoi di protezione e l’adattamento del sistema di accoglienza a nuove esigenze.
La distribuzione territoriale continua a presentare significative disomogeneità: la Sicilia ospita il 22,3% del totale dei MSNA presenti in Italia, seguita da Lombardia (12,7%), Emilia-Romagna (10,2%), Calabria (8,6%) e Toscana (7,9%). Questa concentrazione riflette sia le dinamiche di arrivo sia le capacità di accoglienza sviluppate nelle diverse regioni.
Un dato particolarmente preoccupante riguarda i minori che si rendono irreperibili: nel corso del 2023 sono stati registrati 5.045 allontanamenti dalle strutture di accoglienza, con un incremento del 20% rispetto all’anno precedente. Questo fenomeno riguarda principalmente adolescenti maschi di specifiche nazionalità (tunisini, egiziani e afgani) e rappresenta una delle maggiori criticità del sistema.
Il quadro normativo: evoluzione e innovazioni
L’Italia dispone di uno dei quadri normativi più avanzati d’Europa per la protezione dei MSNA, costruito progressivamente a partire dagli anni 2000 e consolidatosi con la Legge 47/2017, nota come “Legge Zampa”, che ha introdotto un sistema organico di protezione e accoglienza.
Principi fondamentali della normativa italiana
- Divieto assoluto di respingimento alla frontiera
- Presunzione della minore età in caso di dubbio
- Diritto all’accoglienza in strutture dedicate
- Nomina di un tutore entro 48 ore dall’identificazione
- Diritto all’istruzione e alla salute
- Diritto all’ascolto nei procedimenti che li riguardano
- Possibilità di conversione del permesso di soggiorno al compimento dei 18 anni
Nel biennio 2023-2024, il quadro normativo ha subito alcune modifiche significative:
- Decreto Cutro (D.L. 20/2023): ha introdotto modifiche alle procedure di accoglienza, con effetti anche sui MSNA, in particolare per quanto riguarda l’accertamento dell’età e le procedure di frontiera
- Piano nazionale d’azione contro la tratta (2022-2025): ha previsto misure specifiche per l’identificazione precoce e la protezione dei minori vittime di tratta, con particolare attenzione alle minori femmine provenienti da Nigeria e Est Europa
- Legge 176/2024: ha rafforzato le tutele per i neomaggiorenni ex MSNA, estendendo alcune protezioni fino ai 21 anni e agevolando i percorsi di inclusione sociale e lavorativa
- Decreto sui tutori volontari (maggio 2023): ha standardizzato a livello nazionale la formazione e la selezione dei tutori volontari, prevedendo anche forme di supporto e supervisione
Quest’ultimo provvedimento risponde a una delle criticità più evidenti del sistema: la carenza di tutori volontari. Secondo i dati del Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, a fine 2023 risultavano attivi circa 3.400 tutori volontari a fronte di oltre 20.000 minori, con una distribuzione territoriale disomogenea che vede alcune regioni con rapporti di 1 tutore ogni 15-20 minori.
Il sistema di accoglienza: struttura e funzionamento
Il sistema italiano di accoglienza per i MSNA si articola in diverse fasi:
Prima accoglienza
I minori vengono inizialmente accolti in strutture governative di prima accoglienza per un periodo massimo di 30 giorni, durante i quali avvengono l’identificazione, l’accertamento dell’età e la valutazione dei bisogni specifici. Attualmente operano 15 centri governativi di prima accoglienza con una capacità complessiva di circa 1.100 posti.
Le principali criticità di questa fase includono:
- Sovraffollamento delle strutture nelle regioni di frontiera (Sicilia, Calabria, Puglia)
- Tempi di permanenza che spesso superano i 30 giorni previsti
- Procedure di accertamento dell’età ancora disomogenee sul territorio nazionale
- Carenze nell’identificazione di vulnerabilità specifiche
Seconda accoglienza
Dopo la fase di prima accoglienza, i MSNA dovrebbero essere trasferiti nel Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI, ex SPRAR/SIPROIMI). Il SAI dispone attualmente di circa 6.500 posti dedicati ai minori non accompagnati, distribuiti in 265 progetti su tutto il territorio nazionale.
I progetti SAI per minori offrono:
- Accoglienza in strutture di piccole dimensioni o in appartamenti
- Mediazione linguistico-culturale
- Orientamento legale
- Supporto psicologico
- Inserimento scolastico e formativo
- Avviamento all’autonomia
La carenza di posti nel sistema SAI ha portato a un massiccio ricorso a strutture di accoglienza autorizzate dalle Regioni (comunità educative, case famiglia, ecc.) che, pur garantendo standard adeguati, spesso non dispongono di servizi specializzati per l’utenza migrante.
Modelli innovativi di accoglienza
Negli ultimi anni si sono sviluppate pratiche innovative che stanno mostrando risultati promettenti:
- Affido familiare: Promosso in particolare nelle regioni del Centro-Nord (Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana), l’affido familiare coinvolge attualmente circa 650 minori. Un recente studio dell’Università di Padova ha evidenziato come questa forma di accoglienza favorisca una più rapida acquisizione linguistica e migliori risultati scolastici.
- Appartamenti per l’autonomia: Destinati ai minori prossimi alla maggiore età (16-17 anni), questi progetti combinano la supervisione adulta con spazi di graduale autonomia. In Lombardia ed Emilia-Romagna, dove questi progetti sono più sviluppati, i tassi di inserimento lavorativo dei neomaggiorenni raggiungono il 70%.
- Reti territoriali integrate: In alcune realtà locali (ad esempio nei distretti di Bologna, Torino e Bari) sono stati sviluppati modelli di governance che coinvolgono enti pubblici, privato sociale, scuole e imprese in protocolli operativi che accompagnano i minori dalla fase di accoglienza a quella di inclusione sociale.
Tutele giuridiche e accesso ai diritti
La tutela dei MSNA presenta ancora notevoli criticità:
Tutela legale
La nomina del tutore avviene con tempi molto variabili sul territorio nazionale: da 2-3 settimane nelle regioni più virtuose (Trentino-Alto Adige, Veneto) fino a 3-4 mesi in altre aree (Sicilia, Calabria). Questa disparità crea situazioni di limbo giuridico che ostacolano l’accesso dei minori a servizi essenziali.
Il sistema dei tutori volontari, pur rappresentando una buona pratica riconosciuta a livello europeo, presenta ancora sfide significative:
- Scarsa disponibilità nelle aree ad alta concentrazione di MSNA
- Insufficiente supporto tecnico-legale ai tutori
- Difficoltà di conciliazione con gli impegni lavorativi e familiari dei volontari
Accesso alla protezione internazionale
Nel 2023, circa il 40% dei MSNA ha presentato domanda di protezione internazionale. I tassi di riconoscimento dello status di rifugiato o della protezione sussidiaria per i minori si attestano intorno al 55%, con significative differenze tra le diverse Commissioni Territoriali.
Le principali criticità riguardano:
- Tempi di attesa per l’audizione (in media 8-10 mesi)
- Insufficiente assistenza legale specializzata
- Scarsa formazione degli operatori sulle specificità delle persecuzioni che colpiscono i minori
Transizione alla maggiore età
Il passaggio ai 18 anni rappresenta un momento particolarmente critico. Le recenti modifiche normative hanno cercato di rafforzare le tutele per i neomaggiorenni, ma permangono ostacoli significativi:
- Difficoltà nel rinnovo del permesso di soggiorno per studio o lavoro
- Interruzione improvvisa dei percorsi di accoglienza
- Limitato accesso a soluzioni abitative accessibili
- Precarietà lavorativa che ostacola percorsi di reale autonomia
Il progetto nazionale “Care Leavers”, avviato nel 2019 e potenziato nel 2023, offre un supporto continuativo ai neomaggiorenni fino ai 21 anni. Tuttavia, i posti disponibili (circa 800 in tutta Italia) sono insufficienti rispetto alle necessità.
Istruzione e formazione: percorsi di inclusione
L’inserimento scolastico e formativo rappresenta un pilastro fondamentale dei percorsi di inclusione dei MSNA. Secondo i dati del MIUR, nell’anno scolastico 2023/2024 risultavano iscritti al sistema scolastico italiano circa 15.000 minori non accompagnati, principalmente nella scuola secondaria di primo grado (40%) e nei CPIA – Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (45%).
Sfide e criticità
- Inserimento tardivo: molti MSNA vengono inseriti a scuola con ritardi significativi dovuti a problemi burocratici o alla saturazione delle classi
- Concentrazione nei CPIA: sebbene pensati per un’utenza adulta, i CPIA accolgono un numero crescente di minori stranieri, con effetti negativi sulla socializzazione con coetanei italiani
- Discontinuità nei percorsi: frequenti trasferimenti tra strutture di accoglienza causano interruzioni nel percorso scolastico
- Limitate risorse per mediazione culturale e supporto linguistico: solo il 30% delle scuole con alta presenza di MSNA dispone di mediatori culturali
Buone pratiche
Diverse esperienze innovative stanno emergendo:
- Protocolo MIUR-Ministero dell’Interno (2023): ha istituito équipe multidisciplinari in 15 province ad alta densità di MSNA per facilitare l’inserimento scolastico e monitorare i percorsi formativi
- Progetti di mentoring scolastico: attivi in diverse città (Milano, Roma, Napoli), abbinano studenti universitari a MSNA per supporto individualizzato allo studio
- Formazione professionale duale: in particolare nelle regioni del Nord, sono stati sviluppati percorsi che combinano formazione teorica e pratica in azienda, con risultati significativi in termini di inserimento lavorativo
- Certificazione delle competenze pregresse: alcune regioni (Piemonte, Emilia-Romagna) hanno sviluppato protocolli per il riconoscimento delle competenze acquisite nei paesi d’origine
Salute e benessere psicosociale
La tutela della salute dei MSNA presenta specifiche complessità. Secondo uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità (2023), i minori non accompagnati presentano:
- Incidenza di disturbi post-traumatici 3 volte superiore rispetto ai coetanei
- Elevata prevalenza di problematiche psicosomatiche (disturbi del sonno, cefalee, disturbi gastrointestinali)
- Maggiore vulnerabilità a condizioni di stress cronico
Accesso ai servizi sanitari
Nonostante la normativa garantisca pieno accesso al Servizio Sanitario Nazionale, persistono barriere:
- Complessità burocratiche nell’iscrizione al SSN
- Carenza di mediatori culturali nei servizi sanitari
- Limitata formazione del personale sanitario sulle specifiche problematiche dei minori migranti
Salute mentale
Particolarmente critica è la situazione dell’assistenza psicologica e psichiatrica:
- Solo il 40% delle strutture di accoglienza offre supporto psicologico interno
- I servizi territoriali di neuropsichiatria infantile presentano lunghe liste d’attesa
- Carenza di approcci terapeutici culturalmente adeguati
Progetti innovativi stanno emergendo in quest’ambito:
- Équipe multidisciplinari etnopsichiatriche: attive in alcune ASL (Milano, Roma, Torino), integrano approcci clinici occidentali con la comprensione dei sistemi culturali di riferimento
- Protocolli di screening precoce: implementati in alcune regioni (Toscana, Lazio, Sicilia) per l’identificazione tempestiva di vulnerabilità psicologiche
- Approcci terapeutici non verbali: arte-terapia, musicoterapia e attività sportive strutturate stanno mostrando efficacia nel trattamento del trauma migratorio
Dimensione europea e cooperazione internazionale
La gestione dei MSNA si inserisce nel più ampio contesto delle politiche migratorie europee. Il nuovo Patto su migrazione e asilo dell’UE, che entrerà pienamente in vigore nel 2025, contiene disposizioni specifiche sui minori non accompagnati:
- Esenzione dalle procedure di frontiera per i minori sotto i 12 anni
- Meccanismi di ricollocamento prioritario
- Rafforzamento dei sistemi di tutela nazionale
- Stanziamento di fondi dedicati attraverso l’AMIF (Asylum, Migration and Integration Fund)
L’Italia ha ottenuto un incremento del 30% dei fondi europei destinati alla gestione dei MSNA per il periodo 2021-2027, con un’allocazione complessiva di circa 400 milioni di euro.
Cooperazione con i paesi d’origine e di transito
Si stanno sviluppando iniziative di cooperazione internazionale mirate:
- Progetto “Protecting Children on the Move”: finanziato dall’UE e implementato in Italia, Tunisia ed Egitto, mira a rafforzare i sistemi di protezione dell’infanzia nei paesi d’origine e di transito
- Programmi di formazione transnazionali: offrono percorsi formativi nei paesi d’origine con possibilità di migrazione regolare al termine
- Sostegno alle famiglie nei paesi d’origine: progetti pilota in Egitto, Albania e Tunisia per prevenire la migrazione precoce attraverso il supporto alle famiglie vulnerabili
Sfide attuali e prospettive future
Il sistema italiano di protezione dei MSNA si trova ad affrontare sfide complesse:
Sfide strutturali
- Saturazione del sistema di accoglienza: con l’aumento degli arrivi, molte strutture operano oltre la capacità prevista
- Risorse umane insufficienti: carenza di operatori specializzati, mediatori culturali e tutori volontari
- Disparità territoriali: significative differenze nella qualità dei servizi tra regioni e tra aree urbane e rurali
- Coordinamento interistituzionale: frammentazione delle competenze tra diversi livelli amministrativi
Sfide emergenti
- Minori in transito: crescente numero di minori che considerano l’Italia paese di transito verso altre destinazioni europee
- Minori vittime di tratta: identificazione e protezione dei minori inseriti in circuiti di sfruttamento
- Impatto dei cambiamenti climatici: aumento dei flussi migratori da aree colpite da desertificazione e instabilità ambientale
- Integrazione digitale: necessità di colmare il divario digitale che ostacola l’inclusione sociale
Prospettive di sviluppo
Diverse direzioni di lavoro emergono come prioritarie:
- Potenziamento dell’affido familiare e di forme di accoglienza comunitaria: incremento delle risorse per soluzioni alternative alle comunità tradizionali
- Digitalizzazione e interconnessione dei sistemi informativi: superamento della frammentazione delle banche dati per garantire continuità nella presa in carico
- Formazione specialistica degli operatori: sviluppo di competenze specifiche nella gestione di vulnerabilità complesse
- Approccio preventivo basato sui dati: utilizzo di strumenti predittivi per anticipare le necessità del sistema
- Ampliamento dei canali legali di migrazione: sviluppo di corridoi umanitari e programmi di sponsorship per minori vulnerabili
Conclusioni: verso un sistema integrato di protezione
L’Italia ha costruito nel tempo un sistema avanzato di protezione dei minori stranieri non accompagnati, che tuttavia necessita di consolidamento e sviluppo. Le sfide attuali richiedono un approccio multidimensionale che integri tutela giuridica, accoglienza materiale, supporto psicosociale e prospettive di inclusione.
La vera sfida consiste nel passare da una logica emergenziale a una visione strategica di lungo periodo, che consideri i minori non accompagnati non come un “problema” da gestire ma come soggetti di diritto e potenziali risorse per la società.
L’esperienza italiana mostra come, quando le diverse componenti del sistema (istituzioni, terzo settore, comunità locali) lavorano in sinergia, sia possibile trasformare percorsi di vulnerabilità in opportunità di crescita, tanto per i minori quanto per le comunità che li accolgono.
In questo senso, investire nella protezione e nell’inclusione dei minori stranieri non accompagnati rappresenta non solo un imperativo etico e giuridico, ma anche una scelta strategica per una società che vuole costruire il proprio futuro su valori di solidarietà, integrazione e valorizzazione del capitale umano in tutte le sue espressioni.
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