Assistenza sanitaria gratuita per migranti in Italia: un quadro completo

L’accesso alle cure sanitarie rappresenta un diritto fondamentale per ogni essere umano, indipendentemente dalla nazionalità o dallo status giuridico. In Italia, diversi enti pubblici e organizzazioni del terzo settore si impegnano quotidianamente per garantire assistenza sanitaria ai migranti, sia regolari che irregolari. Questo articolo offre una panoramica aggiornata sui servizi disponibili, le modalità di accesso e le sfide ancora da affrontare.
Il quadro normativo
La legislazione italiana riconosce il diritto alla salute anche ai cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale. La base normativa è costituita principalmente da:
- Il Testo Unico sull’Immigrazione (D.Lgs. 286/1998), che all’articolo 35 garantisce cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o essenziali anche agli stranieri non in regola con le norme sul soggiorno
- L’Accordo Stato-Regioni del 20 dicembre 2012, che ha uniformato le procedure per l’assistenza sanitaria agli stranieri
- Il DPCM del 12 gennaio 2017 sui nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), che ha confermato l’accesso ai servizi sanitari essenziali per tutti
Il sistema prevede modalità di accesso differenziate in base allo status giuridico:
- Stranieri con regolare permesso di soggiorno: hanno diritto all’iscrizione al SSN (Sistema Sanitario Nazionale) alle stesse condizioni dei cittadini italiani
- Stranieri senza permesso di soggiorno: possono richiedere il codice STP (Straniero Temporaneamente Presente), valido per sei mesi e rinnovabile, che garantisce:
- Cure urgenti ed essenziali
- Programmi di medicina preventiva
- Tutela della gravidanza e della maternità
- Tutela della salute dei minori
- Cittadini UE in condizioni di fragilità: possono ottenere il codice ENI (Europeo Non Iscritto)
Organizzazioni e sportelli di assistenza
Enti pubblici
1. Ambulatori STP presso ASL
In ogni Azienda Sanitaria Locale sono attivi ambulatori dedicati ai migranti, dove è possibile:
- Richiedere il codice STP/ENI
- Ricevere prestazioni sanitarie di base
- Essere indirizzati verso servizi specialistici
Questi ambulatori sono spesso dotati di mediatori culturali per facilitare la comunicazione tra pazienti e personale sanitario.
2. INMP (Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti)
Con sede principale a Roma, l’INMP è un ente pubblico che coordina a livello nazionale la rete dei servizi sanitari per i migranti. Offre:
- Assistenza sanitaria diretta
- Formazione per operatori sanitari
- Ricerca e monitoraggio
- Mediazione transculturale
Il poliambulatorio dell’INMP a Roma (via San Gallicano) è un punto di riferimento con oltre 20 specialità mediche disponibili gratuitamente.
3. Consultori familiari
I consultori pubblici forniscono assistenza gratuita per:
- Salute materno-infantile
- Gravidanza e parto
- Contraccezione
- Prevenzione oncologica
- Supporto psicologico
L’accesso è garantito anche senza documenti o tessera sanitaria.
Organizzazioni non governative
1. Emergency
Emergency gestisce progetti specifici per migranti in diverse città italiane:
- Poliambulatori a Milano, Roma, Napoli, Castel Volturno e Marghera
- Unità mobili in diverse regioni
- Sportelli di orientamento socio-sanitario
I servizi includono medicina generale, odontoiatria, oculistica, pediatria, e supporto psicologico, tutti completamente gratuiti.
2. Medici Senza Frontiere (MSF)
MSF ha sviluppato diversi progetti dedicati alla salute dei migranti:
- Cliniche mobili nelle aree agricole (Puglia, Calabria, Sicilia)
- Supporto psicologico per vittime di tortura e violenza
- Assistenza nei centri di accoglienza
Recentemente, MSF ha avviato progetti specifici sulle barriere d’accesso ai servizi sanitari nelle aree urbane.
3. SIMM (Società Italiana di Medicina delle Migrazioni)
La SIMM coordina la rete dei GrIS (Gruppi Immigrazione e Salute) presenti in quasi tutte le regioni italiane. Questi gruppi riuniscono operatori sanitari, associazioni e istituzioni per:
- Monitorare l’applicazione delle normative
- Facilitare l’accesso ai servizi
- Promuovere la formazione degli operatori
4. Caritas
Gli ambulatori Caritas, presenti in numerose diocesi italiane, offrono:
- Visite mediche gratuite
- Farmaci essenziali
- Orientamento ai servizi territoriali
- Mediazione linguistico-culturale
Particolarmente significativi sono i poliambulatori di Roma (via Marsala) e Milano (via San Bernardino), che gestiscono migliaia di accessi annui.
5. Croce Rossa Italiana
La CRI è attiva con:
- Ambulatori sociali in diverse città
- Unità di strada
- Assistenza nei centri di accoglienza e hotspot
- Primo soccorso durante gli sbarchi
6. MEDU (Medici per i Diritti Umani)
MEDU opera con cliniche mobili nelle aree agricole dove lavorano braccianti migranti, negli insediamenti informali urbani e nei contesti di marginalità estrema.
Progetti territoriali e buone pratiche
Numerose realtà locali hanno sviluppato modelli innovativi di assistenza:
1. OASI (Orientamento, Accoglienza, Salute, Intercultura) – Bologna
Un progetto che connette i servizi di salute mentale con mediatori culturali e antropologi per un approccio transculturale ai disturbi psichici.
2. Centro Frantz Fanon – Torino
Specializzato in etnopsichiatria, offre supporto psicologico e psichiatrico culturalmente sensibile.
3. NAGA – Milano
Gestisce un ambulatorio medico che effettua oltre 10.000 visite annue a migranti senza documenti, con circa 300 volontari.
4. Ambulatorio Sokos – Bologna
Un poliambulatorio completamente gestito da medici volontari, con servizi di medicina generale e specialistica.
5. Rete GrIS Lazio
Ha sviluppato un modello di formazione per operatori sanitari sulla medicina transculturale adottato successivamente da diverse regioni.
Sfide e criticità
Nonostante il quadro normativo avanzato, persistono diverse barriere:
Barriere informative
Molti migranti non conoscono i propri diritti o le modalità di accesso ai servizi. Le barriere linguistiche complicano ulteriormente la situazione.
Barriere amministrative
Procedure complesse, interpretazioni restrittive delle normative e richieste improprie di documenti non dovuti (come il permesso di soggiorno per prestazioni garantite a tutti) rappresentano ostacoli significativi.
Disuguaglianze territoriali
L’applicazione delle normative nazionali varia considerevolmente tra le diverse regioni e persino tra ASL della stessa regione, creando disparità nell’accesso alle cure.
Mancanza di approccio transculturale
La limitata disponibilità di mediatori culturali e la scarsa formazione specifica del personale sanitario sui temi della medicina transculturale riducono l’efficacia degli interventi.
Fragilità dei progetti del terzo settore
Molte iniziative efficaci soffrono di precarietà economica e dipendono dalla disponibilità di volontari, con conseguente discontinuità nei servizi.
Buone pratiche e prospettive
Alcune strategie si sono dimostrate particolarmente efficaci:
- Approccio di prossimità: unità mobili e servizi a bassa soglia che raggiungono i migranti nei luoghi dove vivono
- Integrazione socio-sanitaria: connessione tra assistenza medica e supporto sociale/legale
- Co-progettazione: coinvolgimento delle comunità migranti nella definizione dei servizi
- Formazione transculturale: aggiornamento degli operatori sanitari sulle specificità culturali e sui determinanti sociali di salute
- Sistemi informativi condivisi: piattaforme che facilitano la continuità assistenziale tra diverse organizzazioni
Come accedere ai servizi
Per orientarsi nella rete dei servizi disponibili, i migranti possono:
- Rivolgersi agli sportelli di orientamento socio-sanitario presenti presso associazioni e centri di accoglienza
- Contattare il numero unico regionale sanitario (in molte regioni disponibile anche in lingue straniere)
- Accedere direttamente agli ambulatori STP/ENI delle ASL
- Consultare guide multilingue disponibili online (come quella dell’INMP)
- Utilizzare app specifiche come “HEALTHCARE APP” (disponibile in 10 lingue) che geolocalizza i servizi sanitari accessibili ai migranti
Conclusioni
L’Italia dispone di un quadro normativo avanzato per l’assistenza sanitaria ai migranti, ma la sua applicazione concreta presenta ancora criticità significative. Le organizzazioni del terzo settore svolgono un ruolo fondamentale nell’integrare i servizi pubblici e raggiungere le fasce più vulnerabili della popolazione migrante.
Per migliorare ulteriormente il sistema, sarebbe necessario:
- Standardizzare le procedure a livello nazionale
- Incrementare la disponibilità di mediatori culturali
- Potenziare la formazione degli operatori sanitari
- Rafforzare la cooperazione tra enti pubblici e terzo settore
- Sviluppare campagne informative multilingue sui diritti sanitari
Solo attraverso un approccio integrato e culturalmente sensibile sarà possibile garantire pienamente il diritto alla salute per tutti i migranti presenti sul territorio italiano, realizzando concretamente il principio costituzionale che vede nella salute un diritto fondamentale dell’individuo e un interesse della collettività.
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